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    "Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio"
    Evangelo di Giovanni Capitolo 1

     

     

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cosa facciamo

i nostri obbiettivi

Il mio cammino di fede è cominciato con la malattia di mia sorella. All’età di soli 37 anni, sposata da 1 anno e mezzo e con una bambina di 8 mesi si era gravemente ammalata di tumore ovarico. Una condanna decretata dagli oncologi che le avevano dato solo 2 anni di vita contornati da innumerevoli sofferenze.
Ero completamente sconvolta dai tristi avvenimenti, quasi in preda alla depressione ma nello stesso tempo avevo iniziato a farmi delle domande sul significato della vita di noi esseri umani, sul perché viviamo e sul motivo della sofferenza fisica e psicologica ed ovviamente anche sulla morte. Avevo iniziato, non so bene il perché a pregare (a modo mio con il rosario) per la guarigione fisica di mia sorella e a cercare Dio ovunque. Ricordo che leggevo molto facendo interminabili ricerche anche su internet sugli interrogativi che avevo e notai che più leggevo e più volevo leggere, capire e conoscere la verità.

La mia era diventata pian piano una vera e propria “fame e sete” della conoscenza. Mi sentivo come una disperata e affamata mendicante in cerca di cibo e di acqua.

Ma la mia però non era una fame fisica, materiale, ma anzi ancor peggio era una fame spirituale, una continua e sempre più crescente ed insaziabile “fame di Dio”.

Andai avanti così nella continua ricerca della verità per alcuni mesi finché una mattina mentre ero in macchina per recarmi al lavoro (erano circa le 7,30), mi venne uno strano desiderio di accendere la radio per cercare qualcosa durante il tragitto. Era inspiegabile per me perché quando guidavo non accendevo mai la radio poiché, nonostante guidassi da oltre 20 anni, temevo pericolose distrazioni alla guida.

Ma quella volta un istinto irrefrenabile mi spinse ad accendere la radio. Ricordo che girai tutte le stazioni più di una volta e benché molte musiche fossero di mio gradimento, non mi ci soffermai ad ascoltarle. Cercavo qualcosa di particolare ma non sapevo bene di cosa si trattasse, quando capitai su una trasmissione radiofonica. Le parole che udii in quella piccola frazione di secondo erano “Gesù Cristo”.

Fu allora che mi fermai ed iniziai ad ascoltare ciò che dicevano. Capii che si trattava di una radio cristiana (era Radio Evangelo Piemonte) in cui venivano letti e spiegati i libri della Bibbia.

Mi incuriosii ed il programma attirò la mia attenzione, tanto che ogni mattina in macchina alle 7,30 lo ascoltavo nel tragitto da casa al lavoro.

Le trasmissioni radiofoniche mi attirarono così tanto che mi ricordai di avere in casa una Bibbia sepolta in qualche angolo nascosto della mia libreria e regalatami da un prete cattolico in occasione del mio matrimonio circa 15 anni prima con Franco. Non l’avevo mai letta in vita mia. Ricordo che quando vivevo con i miei genitori (cattolici da generazioni) non ne conoscevo neppure l’esistenza. Ho trascorso lunghi periodi di completo ateismo, di odio verso Dio e verso tutto ciò che era spirituale. Sballottata quà e là da mille teorie e dottrine filosofiche, esistenzialistiche e cattolicesimo neanche poi tanto fervente ero caduta in un abisso così profondo che mi aveva portato a commettere i più gravi peccati di cui neppure io avevo piena coscienza. Non sapevo che la Bibbia parlasse di Gesù, né che avesse un nuovo e un antico testamento. Dopo averne scoperto la sua esistenza (grazie a quel regalo fattomi dal prete cattolico che peraltro si limitò solo a consegnarmela senza darmi alcuna spiegazione), non avendo mai avuto voglia di leggerla credevo fosse solo un libro storico o religioso o addirittura una serie di storielle fantasiose e per nulla veritiere.

Comunque grazie a quelle trasmissioni radiofoniche per la prima volta in vita mia presi in mano la mia Bibbia cattolica, iniziai a leggerla e anche se capivo poco seguivo ogni giorno i passi biblici dei libri dell’A.T. e del N.T. attraverso la lettura degli stessi che lo spaeker di Radio Evangelo Piemonte faceva e commentava ad ogni appuntamento radiofonico. E devo ammettere che più di una volta quella trasmissione (alle 7:30 del mattino) si è rivelata per me come un valido e preziosissimo aiuto che mi aveva iniziato a mettere in contatto con il Signore e le sue Verità. E anche se “la mia fame di Dio” si era appena acquietata, sentivo che non ero mai pienamente sazia, anzi al contrario volevo mangiare sempre di più giorno per giorno quelle preziosissime Verità racchiuse nella Sua Parola.

Poi scoprii che Radio Evangelo Piemonte trasmetteva 24 ore su 24 con programmi e trasmissioni varie, inni di lode a Dio, dirette telefoniche con gli ascoltatori.

Ascoltai quindi vari messaggi e trasmissioni e quasi ogni volta piangevo fiumi di lacrime inspiegabili, ma non ero ancora convertita.

Andai avanti così ad ascoltare la radio per quasi due anni, finché arrivò il giorno della mia conversione.

Quella mattina di gennaio del 2012 mentre ero sul posto di lavoro mi squillò con insistenza il telefonino. Era mia madre che con tono concitato, nel raccontarmi i dettagli raccapriccianti delle ultime notizie riguardanti il calvario di mia sorella (ricoverata d’urgenza in ospedale la notte precedente), mi chiese alla fine della telefonata quasi piangendo quale potesse essere secondo me “la via di salvezza” per quella figlia tanto malata.

A quella domanda rimasi in silenzio, poi fui chiamata dalla dirigente per motivi di lavoro e dovetti riagganciare subito il telefono. Pochi minuti dopo ritornai alla mia scrivania e di nuovo quelle parole “via di salvezza” mi ripiombarono nella mente martellandomi il cervello. Pensai tra me più volte: “ma qual è la via di salvezza?”

Subito dopo udii una voce. Era una voce soave che parlandomi nell’orecchio con estrema dolcezza ma nello stesso tempo con autorevolezza mi sussurrava:<>. Ebbi come la sensazione che qualcuno dietro le mie spalle mi parlasse dolcemente nell’orecchio destro, anche se non vidi nessuno. Ricordo che istintivamente mi girai indietro ma alle mie spalle c’era solo la finestra e il termosifone. Poi guardai verso la scrivania della mia collega, ma lei non c’era. Così compresi che quelle parole le avevo udite veramente. Non sapevo all’epoca che cosa significassero esattamente, ma dalla mia postazione di lavoro sul sito Internet di “google” feci una ricerca. In meno di cinque minuti capii per la prima volta in vita mia che <>, era Gesù Cristo il Figlio dell’Iddio Onnipotente, l’unica vera via di salvezza per noi esseri umani.

Avevo già letto i 4 Vangeli più di una volta ma senza prestarci particolare attenzione e soprattutto senza comprenderne il significato. Li sentivo e li leggevo come un qualunque libro: erano per me solo parole teoriche il cui significato era incomprensibile. Ma quel giorno, grazie a Dio, tutto cambiò.

Subito dopo uno strano impulso mi spinse a chiudermi a chiave nel bagno dell’ufficio, pur non avendone alcuna necessità fisiologica. E un attimo dopo, pur non sapendone il perché, i miei occhi di colpo si riempirono di lacrime e l’immagine di un uomo flagellato e sofferente mi si presentò improvvisamente innanzi agli occhi.

Vidi un giovane uomo a torso nudo che veniva insultato, sputato, picchiato e fustigato come se fosse stato il peggiore degli assassini, pur sapendo istintivamente in cuor mio che era innocente. Vidi anche il suo sangue di colore rosso vivo che a fiotti sgorgava dal torace e dal volto e una grande e sconvolgente pozza di sangue che in un attimo aveva ricoperto il bianco terreno polveroso e sassoso sul quale veniva martoriato il poveretto. Poi d’un tratto capii che si trattava di Gesù Cristo, il Figlio di Dio dalla corona di spine di ferro che aveva conficcate nella testa e dal sangue che scendeva sul volto sofferente, ma che senza pronunciare neppure una parola sopportava in silenzio gli orrendi supplizi cui veniva sottoposto.

Ma mentre continuavo a piangere senza capire perché avessi avuto la visione del Cristo flagellato, la mia mente ricordò qualcosa di inaspettato.

In un batter d’occhio vidi tutti i miei peccati commessi fin dall’adolescenza che avevo sepolto nella memoria. Solo allora riaffiorarono e li percepivo come un immenso mare di malvagità di cui mi sentivo pienamente colpevole, ma che soltanto adesso erano lì a portata di mano, li avevo non solo ricordati ma ne avevo anche preso piena coscienza. Di colpo avevo, non so neppure come, confrontato i miei comportamenti passati con gli insegnamenti e i comandamenti della Bibbia e mi ero resa conto di essere terribilmente in colpa. Era come se le parole, i comandamenti e gli insegnamenti di Cristo racchiusi soprattutto nel “discorso della montagna del Vangelo di Matteo” fossero tutti lì aperti innanzi a me che mi rimbombavano nella mente e come un enorme specchio proiettavano tutti i miei peccati facendomi pesare gravemente le colpe delle mie innumerevoli miserie. La Bibbia lì aperta innanzi ai miei occhi mi condannava apertamente facendomi vedere non soltanto chi io realmente ero, ma anche comprendere l’assoluta santità di Dio e che cosa Lui richiede alle sue creature. La legge di Dio e tutti i suoi precetti mi avevano convinto di essere una peccatrice e nello stesso tempo mi aveva mostrato che da sola non avrei mai potuto salvarmi, ma avevo bisogno di un Salvatore.

Fino a quel momento mi ero sempre considerata a posto, sufficientemente onesta e mai nel peccato. Ma mi sbagliavo grandemente poiché l’errore che facevo era quello di confrontarmi con le altre persone del mondo e i loro peccati. Ero sempre pronta in cuor mio a giudicare e a condannare gli altri ma mai me stessa, proprio perché il metro di misura che usavo era quello umano e non quello divino. Invece in quel miracoloso giorno in pochi istanti, la Parola di Dio era lì aperta innanzi ai miei occhi piangenti e la mia mente e tutto il mio essere avevano compreso che ero fortemente in errore. Avevo capito che qualsiasi mancanza, anche una piccola bugia (piccola ritenuta tale dagli uomini), per Dio, l’Onnipotente, il Padre Celeste era un’enorme disobbedienza meritevole di castighi, di giudizio e conseguente morte eterna dell’anima. In un batter d’occhio avevo capito l’importanza di leggere e studiare sempre la Bibbia: ti fa capire quello che sei realmente, un misero peccatore degno soltanto di morte eterna.

La conseguenza di tutto ciò che la mia mente aveva visto e compreso in quegli attimi fu che il mio cuore era rotto e il mio spirito profondamente contrito dal dolore, dalla colpa che provavo poiché sentivo di aver offeso, tradito, pugnalato e crocifisso anch’io il Signore, proprio come avevano materialmente fatto quegli uomini dell’epoca in cui Cristo visse sulla Terra. Perfino il mio miserabile corpo fisico era piegato in due dal dolore che provavo. Continuavo a piangere fiumi di lacrime che sgorgavano incontrollabili dai miei occhi rossi e gonfi e nel contempo imploravo perdono a Gesù per tutto il male che avevo fatto a Lui e alle persone in tanti anni (circa 30 anni) di assurda ed inconscia incredulità verso il mio Creatore. Con il cuore rotto e lo spirito contrito e disperato dal profondo cordoglio che in quei momenti provavo, ebbi inoltre la visione del Cristo morente sulla croce. Vidi poi inspiegabilmente me stessa proprio lì sotto la croce ad implorargli in ginocchio perdono per tutti i miei peccati. Ma la strana sensazione che provai fu che vidi due volte me stessa, proprio come se avessi avuto un doppio corpo.

Poi capii quasi all’istante che si trattava realmente di due corpi: quello fisico piangente lì nel bagno dell’ufficio e quello spirituale ai piedi della croce. Erano i miei occhi terrestri che avevano, non so come, potuto vedere il mio corpo spirituale in ginocchio ai piedi della croce che chiedeva perdono a Gesù.

Ma pochi attimi dopo improvvisamente le mie lacrime si asciugarono, gli occhi non erano più rossi e i singhiozzi del cuore erano miracolosamente cessati.

Come una carezza o un dolce alito di vento che ti sfiora il volto, alla stessa maniera mi sentivo io come se qualcuno con un fazzoletto invisibile avesse in pochi secondi asciugato i miei occhi piangenti. Ora un’immensa ed inaspettata pace aveva invaso il mio cuore. Inoltre pur avendo pianto per tutto il tempo che ero rimasta chiusa in bagno, il mio viso appariva fresco, rosea con ancora il trucco sugli occhi ed il mio aspetto felice e pacifico anche più del solito. Fu allora che compresi appieno quello che mi era accaduto in quel meraviglioso giorno.

La mia inspiegabile serenità aveva in realtà un profondo significato!

Il Signore Gesù, asciugando tutte le mie lacrime mi aveva perdonato e salvato dalla morte eterna dell’anima. Ed il senso di pace e di tranquillità che provavo era lo straordinario frutto di quell’immenso amore e di quella pace che solo Lui può regalare a tutti coloro che sinceramente pentiti dei propri peccati accostandosi a Lui gli implorano pietà, così come miracolosamente era successo a me in quel giorno.

E’ Lui, il Signore, il mio Salvatore che mi aveva scelta, mi aveva chiamata a sé e di conseguenza salvata!!! Facendomi rinascere a nuova vita, mi aveva finalmente liberata dalla schiavitù del peccato e dalla certezza di una morte eterna dell’anima.

Qualche giorno dopo nel leggere la Bibbia notai che le parole di quelle che prima ritenevo incomprensibili letture, di colpo divennero per me semplici, normali ed il loro significato materiale e spirituale mi era diventato di estrema comprensione.

Tutte le mattine ascoltavo la trasmissione radiofonica su Radio Evangelo Piemonte in cui spiegavano la Parola di Dio e notai che prima che lo speaker spiegasse il significato di episodi letti dalla Bibbia, io già ne conoscevo l’esatta spiegazione.

Compresi che il dono della salvezza ricevuto da Gesù mi aveva fatto nascere di nuovo in spirito e di conseguenza aperto gli occhi, tolto quel velo sottile che appannava la mia vista e la mia mente ed ora ogni lettura della Bibbia con il suo relativo significato erano diventati per me di estrema facilità.