RICORDI

“Massima cura per i tuoi ricordi” diceva la pubblicità del fotografo dal quale avevo portato a sviluppare un rullino con le foto delle nostre vacanze. È bello avere dei bei ricordi non solo delle vacanze, ma di tutta una vita vissuta.

Nel tempo in cui non esistevano macchine fotografiche, tipografie, cineprese o registratori, i ricordi erano spesso legati a gesti speciali o a oggetti particolari. Per esempio, il vecchio Giuseppe (che era stato venduto dai fratelli) fece promettere ai suoi figli di tenere con cura la bara con le proprie ossa perché potessero ricordare la sua promessa che un giorno Dio doveva visitarli. Generazioni passarono l’una dopo l’altra, ma quella bara era un ricordo “vivente” delle ultime parole di Giuseppe e delle promesse di Dio.

Anche Gesù fu tradito e venduto da un suo amico. E mentre era a tavola per un ultimo pasto con i gli amici più fidati, fra i quali proprio lui, il traditore Giuda, egli fece dei gesti speciali, lasciò degli oggetti particolari che li avrebbero aiutato, in seguito, a ricordarsi di Lui, delle sue parole, della sua vita, dei suoi insegnamenti, delle sue promesse e di quanto doveva accadere da lì a poco cioè della sua morte e risurrezione.

Un pezzo di pane distribuito fra tutti, un calice di vino condiviso: gesti normali di ogni giorno, oggetti comuni in ogni casa, ma da quel momento in poi il tutto assume un altro significato. “Fate questo in mio ricordo” (Luca 22:19) dice Gesù.

Sono passati oltre duemila anni e i cristiani con un pezzo di pane e un sorso di vino continuano a ricordare quell’Uomo Gesù, Dio incarnato e vissuto per un certo tempo fra noi, le sue parole di perdono e di pace, i suoi consigli e ammonimenti, la sua morte sulla croce e la sua risurrezione vittoriosa, la sua vita e la sua potenza, le sue preziose promesse, poiché, come dirà l’apostolo Paolo, “ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga”.

Generazioni passano, ma la promessa di Gesù resta: “Io tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi” (Giovanni 14:3).

Non so i ricordi della TUA vita, ma posso assicurarti che i miei momenti più belli e preziosi sono quelli vissuti con Gesù. Perché nell’eternità la tua vita possa essere un bel ricordo, e non un rimpianto, affidati a Lui, ricordati di Lui che ti ha amato da morire.

Giuseppe Cappalonga