A COLAZIONE, PRANZO E CENA

Alcuni cibi proprio non vanno giù. Ma il Salmista era ridotto a cibarsi di “lacrime ... giorno e notte”! Salmo 42:3.

Pur non conoscendo tutti i dettagli della vicenda, possiamo anche noi immedesimarci in quelle parole nei momenti di massima tristezza, quando il cibo ci nausea e l’unica voglia che ci rimane è di piangere, piangere, e ancora piangere!

In quei momenti i ricordi diventano preziosi, frammenti di vita vissuta, di un passato ormai andato per sempre e allo stesso tempo ci si aggrappa come un naufrago si aggrappa ad un pezzo di legno per non annegare. “Ricordo con profonda commozione il tempo in cui camminavo...” si sfoga il Salmista, incoraggiando se stesso a rivivere quei tempi nella sua mente in attesa che essi tornino ad essere realtà.

Abbiamo tutti motivi di piangere, di essere turbati in un modo o nell’altro e quel che fa più soffrire è il dubbio del Salmista espresso sia nei propri pensieri intimi, sia nella bocca di chi ci sta vicino:
“Perché mi hai dimenticato?” (Salmo 42:9) chiede a Dio mentre gli altri dicono continuamente a lui “Dov’è il tuo Dio?”.

Ma questo Salmo non è soltanto un poema di depressione, ma anche un inno di speranza, infatti l’autore, dopo essersi sfogato alla presenza di Dio, conclude incoraggiando se stesso: “Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora; egli è il mio Salvatore e il mio Dio” (Salmo 42:11).

Non c’è altro posto dove andare per trovare speranza in momenti difficili. In fondo questi momenti non sono altro che l’espressione della nostra sete di Dio, del Dio vivente. Solo Dio può colmare il nostro desiderio di speranza e solo ricorrendo a Lui avremo vera pace e gioia profonda.

E’ stato ben detto che “Disperare è il più grande dei nostri errori” e ancora “Esiste una cosa che dà splendore a tutto: l’idea che ci sia qualcosa dietro l’angolo” (G.K. Chesterton). Se oggi tu hai motivo di piangere, vorrei offrirti una Persona nella quale sperare: il Signore Gesù Cristo, che è stato uomo come noi, “uomo di dolore, familiare con la sofferenza” (Isaia 53:3) che ti comprende a fondo e desidera darti la sua amicizia e asciugare ogni lacrima dagli occhi tuoi.

Giuseppe Cappalonga